Tra i fumetti che hanno avuto più successo tra gli anni Sessanta e Settanta c’è sicuramente da ricordare Mafalda.
Ancora oggi un po’ ovunque, su borse, diari, quaderni, agende, ecc., troviamo stampe che raffigurano il volto di questa simpatica ragazzina con citazioni che la contraddistinguono.
Nata come semplice soggetto per una campagna pubblicitaria, Mafalda ha ben presto ottenuto tutt’altro ruolo nell’editoria americana.
La striscia a fumetti, che come titolo aveva il nome della protagonista, ha avuto origine in America Latina per mano del disegnatore argentino Quino, nome d’arte di Joaquin Lavado.
In poco tempo il fumetto è arrivato anche in Europa, dove naturalmente ha riscosso un grande successo di pubblico.
Mafalda è una bambina di soli sei anni, ma nonostante questo è molto intelligente e sveglia.
Le sue riflessioni la portano a porsi domande su problemi di grossa entità come il razzismo, le guerre e la fame nel mondo.
Come tutti i bambini anche per lei i suoi genitori, o comunque gli adulti in generale, sono fonte inesauribile di informazioni.
Come spesso accade però nemmeno “i grandi” sanno trovare le risposte giuste alle domande dei loro figli, che con innocenza e ingenuità ci fanno ragionare su questioni alle quali normalmente diamo anche troppo poca importanza.